In questo istante ci sono 610.000 detenuti nei 28 Paesi UE. Secondo il Paese, sono tra 100 e 300 ogni 100.000 abitanti (Eurostat 2016). Di cui donne il 7%, minori il 2,5%, stranieri il 22% (European Sourcebook of Crime and Criminal Justice Statistics 2014); e si conferma che la recidiva è maggiore per i giovani, nel primo anno dal rilascio e per chi ha già un passato criminale (Council of Europe, Annual Penal Statistics 2015). Dallo stesso rapporto si conferma la riduzione di finanziamenti alle misure alternative alla detenzione e alle innovazioni interne, che contribuirebbero alla funzione riabilitativa della pena, così come il coinvolgimento in attività educative per adulti, ben inferiore alla media UE del 10,8% (Relazione di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione 2017) già inferiore al target del 15% per favorire anche l’occupabilità di fronte alle sfide della rivoluzione tecnologica e digitale nel lavoro.
I detenuti che svolgono una qualsiasi attività sono in media 1/5 del totale, e solo il 3% lavora per imprese o enti esterni (anche fuori dalla prigione). Eppure è dimostrato che tra i detenuti in inserimento lavorativo la recidiva scende radicalmente, generando un decisivo circolo virtuoso (Harsh or Humane? Detention Conditions and Recidivism, Einaudi Institute for Economics Finance 2014).
Se formazione e lavoro sono strumenti essenziali per favorire il reinserimento sociale dei detenuti, il progetto vuole indirizzare queste dimensioni verso uno dei fenomeni più innovativi dell’economia ICT, che da sola copre tra il 3 e il 7% del GDP UE con quasi 3 milioni di addetti formati (ma insufficienti al fabbisogno prossimo, a fronte di un 48% di forza lavoro UE che ha poca o nulla competenza informatica, da Europe’s Digital Progress Report 2017).
Il progetto punta alle competenze d’uso delle stampanti 3D, che stanno entrando sempre più massicciamente a far parte dei processi creativi e produttivi delle piccole e medie imprese di tutto il mondo, non soltanto nell’ambito della prototipazione rapida, ma anche nei settori di progettazione industriale, ingegneria, design, architettura, abbigliamento, gioielleria, medicina e ricerca scientifica.